martedì 16 ottobre 2012

LA COSCIENZA COLLETTIVA E LE “FUGHE IN AVANTI”


Immagine dal web

Qualcuno sostiene che movimenti "teorici intellettuali" che spingono scrittori, giornalisti e ricercatori a intravedere, scrivere e pubblicare circa un possibile schema sociale  alternativo, sia, se non controproducente, inutile e uno spreco di energie, in quanto il cambiamento deve avvenire in modo tangibile e "fisicamente". Ma noi "teorici intellettuali " siamo pionieri filosofici di un nuovo mondo; tutti i cambiamenti di tutte le epoche sono passati attraverso pensatori che prima hanno pensato il nuovo mondo e poi hanno stimolato le masse a concretizzarlo. 
Mi sento di aggiungere che non è necessario che il pensatore sia anche colui che materialmente mette in atto il cambiamento anche perché appunto, i pensatori sono in numero insufficienti e i cambiamenti devono avvenire prima nelle coscienze e poi quindi si manifesteranno nella realtà.
Io bramo dal desiderio di sollevare questioni ovvie ma lungi dall'essere comprese dalle masse, almeno non ancora. A questo proposito chiedo: cos'è la coscienza collettiva?
In questo articolo ho sentito il bisogno di approfondire questo concetto che forse non viene ancora focalizzato nell'accezione spirituale che la vede come un'entità a sé stante che cresce ed evolve.
Questa evoluzione avviene anche grazie a persone che condividono contenuti capaci di innalzare appunto questa coscienza. E' ovvio che ogni singolo articolo, pensiero o movimento in genere non cambierà mai il mondo, ma voglio credere che ogni concetto che viene espresso e che viene pubblicato, si unirà ad altre forme pensiero che creeranno a loro volta altre forme pensiero e così via. Se la strada è lunga non lo posso sapere,  ma so che  è quella giusta. E se sono solo un teorico, porto un messaggio che spero che sia colto da chi può e sente di intraprendere azioni. 
Da un punto di vista dei valori, noi teorici, abbiamo la stessa identica visione di una coscienza collettiva di chi sostiene che dovremmo fare materialmente di più e sono d'accordo che deve partire prima dall'individuo, è ovvio che sia così.
Purtroppo però, viene creduto che gli atteggiamenti non particolarmente diffusi e non particolarmente condivisi non entreranno mai a far parte della “coscienza collettiva”.
Tuttavia credo e sostengo invece, che la coscienza collettiva comprenda tutti, anche quegli atteggiamenti poco diffusi che vengono considerati socialmente poco importanti. (Visione olistica del cosmo) E’ proprio in questo punto che spingo questo concetto: da un punto di vista esoterico e spirituale, anche un singolo pensiero, influenza la totalità. La coscienza individuale, unita insieme a quelle di tutti gli individui, crea la coscienza collettiva ma questa direzione non è a senso unico, a sua volta la coscienza collettiva influenza le coscienze individuali rispalmando in esse le informazioni più diffuse: se un popolo pensa che essere schiavizzati sia l'unico modo possibile per sperimentare l'esistenza, crea una forma pensiero collettiva che a sua volta influenza i singoli individui. È un concetto di meccanica quantistica, cioè uno scambio bilaterale di informazione. La scienza moderna sta studiando questi fenomeni ma ancora si fa fatica a comprendere e inserire concetti che non sono più solo teorie ma ampiamente dimostrati. Un biologo britannico, Rupert Sheldrake definisce campi morfogenetici questi sistemi di scambio di informazioni e creazione di pensiero forma che partono dagli individui e creano il campo. http://www.scienzaeconoscenza.it/articolo/campi-morfici-o-morfogenetici-risonanza.php 
La scienza e la medicina ne hanno avuto da sempre un esempio lampante con il corpo: le cellule sono esseri viventi e sono organizzate in modo da creare una coscienza superiore che vive e pensa grazie alla loro collaborazione ma per contro questa coscienza superiore può influenzare tutte le cellule in vari modi perché tutto è interconnesso. La malattia ne è l'esempio più pratico, perché ormai tutti sanno che le malattie hanno origine nella mente (anche i virus: la mente origina la predisposizione ad infettarsi) ma ad esempio anche la gravidanza che genera nel corpo della madre, attraverso le ghiandole endocrine, quello stato di gioia ed euforia che viene trasmesso ad ogni singola cellula che si organizza e si prepara al gioioso evento. Queste informazioni vengono comunicate attraverso la coscienza. 
Partendo dal presupposto che c’è e c’è stata una evoluzione che ha segnato un percorso di segno positivo, ispirata fortunatamente dal pensiero di quelle minoranze più mature (teorici o pratici), l’umanità è comunque entrata in contatto con “idee aberranti” che non  si sono dissolte o ridotte ad una marginalità ininfluente. Le basse energie, come le chiamiamo noi esoterici,  sono entrate a far parte del vero bagaglio culturale della società, sotto forma di paure e odio che vengono create dal potere per poter controllare le masse in una specie di karma sociale. 
La crescita positiva è stata pilotata (dobbiamo rivalutare il concetto di benessere) dai despoti elargendo benessere fino al punto da non indurre il popolo al tumulto. Quindi il valore del pensiero delle minoranze più mature è esistito ma non è stato capace di infiltrarsi in modo originale nel tessuto sociale ma è stato strumentalizzato per poter creare una nuova e moderna e soprattutto celata forma di schiavitù. 
Se una volta gli schiavi venivano frustati e uccisi, oggi vengono assunti nelle fabbriche e stipendiati; se una volta il tempo che veniva tolto loro era totale, oggi si aggira intorno alle 8 ore al giorno per 5/6 giorni la settimana. Il vantaggio per il despota è che lo schiavo credendo di essere libero, perché alla sera torna in una casa che crede sua, non gli salterà mai in mente di fare una rivoluzione. In più, intorno a lui viene creato tutto un mondo virtuale vomitato dalla TV e dai media in genere, che crea separazione tra gli individui cosicché sia sempre più difficile che questi si uniscano in una, appunto, coscienza collettiva, potente. E la politica, in quest'ottica, è concepita per questo scopo: dividere.
Un equivoco in cui spesso mi imbatto è che la coscienza collettiva sia delle elite privilegiate che prendono o guidano il potere (i “forti”, i ricchi o gli agiati, i colti e gli istruiti, e via dicendo, che quindi impongono uno status che diventa “coscienza collettiva” o quella prevalente, del momento)
Io affermo invece che la coscienza collettiva è ed è sempre stata formata anche dal popolo in una specie di mescola che crea equilibrio tra due energie: 

1. istruiti, ricchi ecc.
2. ignoranti e succubi.

Le due energie sono in equilibrio in un'unica coscienza collettiva e le varie oscillazioni di queste energie, che nel tempo hanno creato i vari sviluppi sociali, creano l'impronta energetica della coscienza collettiva propria di quel tempo. 
Mi spiego meglio: se l'intera umanità fosse sottomessa e schiavizzata, tenuta nell'ignoranza più completa e usurpata di ogni diritto da un manipolo di despoti, si verrebbe a creare una coscienza collettiva molto bassa energeticamente nella quale le informazioni più diffuse sarebbero odio, paura, convinzione che il mondo normale sia quello, molta divisione e separazione tra gli individui e ogni individuo dal suo sé superiore. 
Secondo esempio. Se l'umanità fosse completamente risvegliata, collaborasse e condividesse tutto nella più completa armonia, nel rispetto di tutto ciò che esiste e al posto di un potere ci fosse un centro di gestione assegnato ai maestri più saggi, se questa umanità avesse trasceso l'odio e tutte le basse frequenze, la coscienza collettiva non solo sarebbe di una più alta vibrazione energetica ma, proprio grazie all'unione di tutti gli individui, creerebbe una sua identità propria, come sostenevo poco fa con l'esempio del corpo umano. La vita nel corpo umano esiste grazie ad un rapporto armonioso tra tutte le sue cellule, quando questo rapporto cessa di progredire nell’armonia, si verifica la malattia e quindi la morte. 
Allo stesso modo, una coscienza collettiva basata su basse energie, crea autodistruzione. Una sinergia armonica, invece, non solo progredisce ma crea unità capace di creare a sua volta un’entità collettiva. 
La coscienza collettiva è l'insieme di TUTTE le coscienze individuali
La coscienza collettiva non è di chi detiene il potere.
La cultura dominante non è la coscienza collettiva.
La cultura dominante è il risultato dell'energia vibrazionale della coscienza collettiva.

In riferimento ai miei articoli precedenti, che mettono sotto accusa il lavoro paragonandolo ad una schiavitù moderna e dove traccio un profilo di quel lavoratore incapace di mettere in relazione la sua espressione e la sua energia con l’opera che porta avanti quando questa è nociva al pianeta e alla vita stessa,  mi è stato contestato che: “in mancanza di una modifica dei meccanismi di gestione e controllo della società, le fughe in avanti (espressioni ribelli o rivoluzionarie indipendenti) di pochi individui, non modificheranno mai le condizioni reali per ottenere una società più giusta e, perché no, più morale."    
Voglio specificare che le fughe in avanti sono sempre state, da che mondo è mondo, i primissimi dignitosi tentativi di cambiare le cose: ma se le masse sono convinte di stare bene e di essere libere e il malessere viene genialmente dirottato e mutato in modo che le origini di esso siano imputate all' “altro” e al diverso, siamo in un sistema dunque che potrà solo collassare, quindi la presa di coscienza collettiva passerebbe per forza da un crack su larga scala. Fortunatamente vi sono coloro tanto audaci da fare le fughe in avanti che rappresentano l'unico e il solo modo per INIZIARE un percorso di cambiamento che lentamente, nel suo progredire, influenza la coscienza collettiva. Qui emerge una differente visione tra coloro che credono che i cambiamenti devono avvenire dall'interno del sistema dominante, ad esempio continuando a votare e chi, come me, sostiene che votare scegliendo tra alternative che di fatto non esistono non porta da nessuna parte e che quindi prima va demolito il sistema vecchio e poi si ricostruisce quello nuovo. Come? Bene, ammetto di non saperlo, ma quello di cui sono certo è che l’andamento politico, economico, sociale e soprattutto ecologico, così com’è non è più sostenibile; sono solo uno che fa una fuga in avanti, posso solo fare questo per INIZIARE da qualche parte e strada facendo spero di incontrare  qualcuno con il quale unirmi, qualcuno che come me ha già intrapreso la sua fuga, e insieme vedremo cosa fare, passo per passo. 

Il potere è sempre stato usato per soddisfare ambizioni e non valori, non come viene spesso affermato da coloro che continuano a votare, che il potere soltanto “talvolta” viene usato per fini personali; è per questo che credo e sostengo (e siamo in tantissimi a crederlo) che il cambiamento deve essere un cambiamento profondo che parte dalle coscienze per arrivare a demolire tutto il vecchio. L'umanità e Gaia necessitano di una catarsi. Quello che viene spesso proposto, di continuare a seguire la politica, anche con i migliori valori rappresentati, non porterà mai da nessuna parte. Mi chiedo come si può non capire che è arrivato il momento di arare il terreno della nostra società per ribaltare tutto quanto. 

Bisogna porsi il problema di cosa stiamo facendo, tutti quanti a livello individuale, del nostro tempo e delle nostre energie e cercare di capire se, ad esempio, il nostro lavoro porta un contributo al mondo che vorremmo creare. Il lavoro è la cosa più quotidiana che ci succede. Per evolvere, ci sono sicuramente delle cose da iniziare a fare ma ce ne sono anche tante altre che dobbiamo smettere di fare. Chi produce armi deve smettere di farlo come chi le usa perché quello è il suo “lavoro”. Chi produce oggetti che hanno il solo scopo di arricchire i potenti deve smettere di farlo, chi attraverso il suo lavoro inquina deve smettere di farlo...non devono smettere coloro che producono il necessario alla vita in azioni ed espressioni che sono in armonia e rispetto del tutto e coloro che amano quello che fanno (quando ciò che fanno è in armonia con il tutto) perché questi contribuiscono a innalzare la coscienza collettiva.. Affrontare molti aspetti della nostra vita, ad esempio partendo dal nostro lavoro, e porci il problema se è giusto ciò che facciamo e a seconda del bilancio che otteniamo nella nostra coscienza, trovare il coraggio per cercare in qualche modo delle alternative che oltretutto diano l’esempio, ecco, questa la ritengo una fuga in avanti capace di stimolare le coscienze. Più coscienze vengono stimolate e più cambia la firma energetica della coscienza collettiva. I miei preziosi contestatori affermano che rimane la valutazione dell’effettiva proporzione tra scelte e risultati, se, cioè, il sacrificio e le scelte di pochi sono o saranno state in grado di aumentare realmente la “coscienza collettiva” o non risulteranno improduttive di risultati realmente incisivi lasciando intatte le storture soprattutto culturali della società....

Ma uomini come Giordano Bruno, Socrate, ecc sono stati bruciati vivi, avvelenati lapidati ecc perché hanno avuto il coraggio di mantenere ferme le loro idee anche di fronte alla minaccia della morte. Come si può o si deve interpretare la relazione tra scelte e risultati di quegli uomini di fronte alle loro terribili esecuzioni? Che rapporto ci può essere tra il lasciarsi uccidere e qualsiasi risultato positivo che si è verificato in seguito alla loro morte? Questi uomini non solo ci fanno da esempio, ma grazie alla loro scelta oggi le loro idee sono scolpite nella roccia.

È possibile che anch’io sarei capace di farmi uccidere per quello che penso. Anch’io ho fatto la mia fuga in avanti rappresentata da azioni che non rispecchiano comportamenti ritenuti normali o meglio ancora “socialmente convenienti” e che mi hanno procurato critiche e/o disapprovazione ma incredibilmente non per i valori che promuovo ma solamente per il tipo di scelta, una scelta sconveniente solamente da un punto di vista economico. Ma come si fa a fare una rivoluzione non rivoluzionando nulla della propria vita?  Mi chiedo: se questa notte fossi rinchiuso in una cella aspettando la mia esecuzione e mio padre potesse venire a parlare con me per l'ultima volta cosa verrebbe a dirmi? Di cedere per continuare a vivere o sarebbe fiero di me, nel dolore più grande che so che potrebbe provare?
 Perché anche lui condivide i valori per cui mi batto ma non approva la mia scelta di buttare all’aria la mia vita perché pensa che sia inutile.
È ovvio che delle mie scelte personali non se n'è accorto nessuno, non almeno come se domani mi bruciassero a Campo dei fiori. È qui la differenza perché fortunatamente nessuno mi ucciderà per quello che penso ma dal mio punto di vista non cambia molto e anche se le mie scelte personali fanno poco o nessun  clamore e quindi sembrano inutili, di contro ho la possibilità di scrivere le mie idee che possono arrivare a tantissime persone. E se scrivo le mie idee che contribuiranno ad innalzare la coscienza collettiva, lo faccio con un'onestà di base perché io ho davvero messo in pratica ciò che penso e quindi poi lo scrivo. Questa forza contagia persone a fianco a me, ma non solo, non avendo l'esclusiva di questa energia, altre persone stanno maturando, e iniziando a intraprendere gli stessi passi altrove. Quando agli occhi di chi mi critica non sarò più solo, si  potrà vedere come queste anime avranno facilità ad unirsi e come saranno ispirate a trovare soluzioni al crollo degli schemi che hanno coraggiosamente e faticosamente buttato giù. Per edificare serve un luogo, se il luogo è INGOMBRATO prima bisogna demolire la vecchia costruzione.
Mi è stato chiesto: 
“Ma come potranno fare fughe in avanti coloro che devono rispettare i propri impegni e assolvere a responsabilità familiari che, con la direzione che hanno dato alla propria vita, hanno scelto strade diverse, magari con lo stesso obiettivo e con il sogno di contribuire a realizzare una società differente e migliore?”
Certo, chi ha famiglia ha poche possibilità di fare l'eroe, almeno fino a quando il suo bel mondo di cartone non gli si ripiegherà addosso. Sono d'accordo che nonostante questo possa soffrire delle condizioni in cui vive e che sogna e spera un mondo migliore. Le fughe in avanti se le può permettere chi è da solo, chi rasenta la follia, chi ha qualcosa da dire, chi studia e si prepara ai cambiamenti, chi ha il coraggio di farle e anche quei padri che capiscono che forse una fuga in avanti è un esempio e un investimento nella vita del proprio figlio perché a un certo punto hanno realizzato che quel mondo non è il mondo che vorrebbero lasciare alla loro prole.                            
I propri impegni? Nei confronti di chi o di che cosa? Quale responsabilità più importante può rivestire un essere umano, attualmente, che risvegliare se stesso, stimolare il risveglio a chi è a lui vicino, e salvaguardare la VITA in tutte le sue forme? Forse si allude a impegni di lavoro? O la partecipazione alla realtà politica attraverso il voto? Cioè a tutte quelle attività ampiamente sperimentate che continuano a creare il mondo così come è oggi?
O forse si parla di impegni come genitori? E allora ripeto: quale insegnamento più alto può dare un padre ad un figlio se ha il coraggio di fare una fugai in avanti? Un padre deve assicurare amore e cibo e questo non mancheranno mai, non deve più assicurare però una falsa sicurezza in un mondo che è tutto tranne che sicuro.
Io suggerisco di prepararci perché le nuove generazioni (e non intendo i giovani ma tutti coloro che saranno la nuova umanità) stanno abbandonando definitivamente i vecchi impegni e si uniscono a creare forme pensiero molto diverse da quello che vecchi pensatori credono che sia l’unico metodo di rinascita. La nuova umanità sta creando, a livello di coscienza, alternative che esondano da quello che punti di vista obsoleti credono che sia l'unico metodo possibile. 
C'è un'evoluzione/rivoluzione in atto e che può solo evolvere; non resta che stare a guardare. 
Le parole che scrivo vogliono proprio arrivare a stimolare un pensiero che dilati in dimensioni nuove, più evolute, più consapevoli, ho sottolineato in un mio articolo precedente il concetto che non mi aspetto che le persone si licenzino, anche perché non è davvero l'unica realtà da prendere di petto e poi non è davvero il primo passo, il primo passo è la coscienza, prima individuale e poi collettiva. Che lotta meravigliosa e pacifica potrà essere quella di abbattere i vecchi, dannosi e pericolosi schemi?
Voglio concludere specificando che  spesso i valori, tra le persone, sono identici, ma in moltissime persone, se posso permettermi, manca una retro cultura esoterica e spirituale che si ostinano a tenere fuori da questi argomenti.... ma presto si capirà che l'evoluzione pratica, oggettiva, di schemi economici e sociali, passerà proprio attraverso questi aspetti che ancora non sappiamo abbastanza bene che sono la nostra natura più profonda e più vera. Vedremo che i cambiamenti si materializzeranno proprio grazie al fatto che la maggior parte delle persone scoprirà ed accoglierà dentro di sé la propria natura spirituale.

Davide Ragozzini


Pubblicato su: ICONICON POST
                      STAZIONE CELESTE

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